L’IA come acceleratore della partecipazione femminile: cosa dice la ricerca (e cosa fare adesso)

Nov 30 / omnIAacademy

In Europa, dove istruzione e accesso al lavoro femminile sono già solidi, l’intelligenza artificiale sta agendo come un moltiplicatore di opportunità. Non è solo sostituzione: è spostamento di competenze verso attività più analitiche, creative e di coordinamento, in cui la presenza delle donne cresce più velocemente.

Uno studio della Banca Centrale Europea che analizza 16 Paesi tra il 2011 e il 2019 rileva un dato contro-intuitivo: nelle professioni più esposte all’IA aumenta la quota di lavoratrici.

Passando in mansioni da bassa ad alta esposizione, la presenza femminile cresce di circa +2,2 punti percentuali (metodo Webb) e +2,9 punti (metodo Felten).


Qual'è la ragione di questo fenomeno

L’adozione dell’IA ridisegna le attività: meno routine manuale, più analisi, gestione, creatività e interazione. Sono ambiti in cui molte competenze soft— comunicazione, problem solving, cura del cliente — fanno la dfferenza.


In sostanza l’IA non “neutralizza” il lavoro femminile: ne amplifica il contributo dove scuola, formazione e politiche abilitanti hanno già aperto la strada.

Quanto conta il contesto?

I numeri ci dicono che dove si investe in istruzione si vince!


Nei Paesi con alto livello di istruzione femminile e politiche del lavoro inclusive l’effetto è più marcato. Paesi Bassi in testa; Portogallo ed Estonia emergono come casi virtuosi. Anche in contesti diversi (es. Austria, Belgio, Lussemburgo) il pattern si conferma: l’adozione dell’IA porta più donne anche in settori tradizionali che stanno digitalizzando processi e servizi.

Non solo nuovi mestieri: evolvono i ruoli esistenti
La spinta non arriva soltanto da professioni “nuove di zecca”.
Succede soprattutto dentro i ruoli esistenti, dove l’IA:
• automatizza le parti ripetitive,
• libera tempo per decisioni, relazione, qualità,
• abilita flessibilità (strumenti digitali = organizzazione più elastica).

Il risultato è un terreno più favorevole all’ingresso e alla progressione delle donne.

Lo studio si ferma al 2019, quindi prima del boom della generativa. Ma le dinamiche osservate, spostamento verso compiti cognitivi, crescita del bisogno di coordinamento e qualità, potrebbero rafforzarsi, non indebolirsi. Questo rende urgente passare dal “se” al “come”.

Cosa possiamo fare (subito) per intercettare questa tendenza sorattutto se si è una donna.
La prima cosa da fare adesso è dedicare tempo alla formazione mirata con programmi rapidi su IA applicata ai ruoli (marketing, HR, legale, sanità, didattica).
Sarebbe utile chiedere presso le aziende in cui si lavora se esistono già dei programmi di reskilling dedicati ai propri dipendenti.

Come ti aiutiamo a partire
Su omnIA Academy trovi un percorso pensato proprio per accelerare ingresso e crescita con l’IA:
• 🎓 Introduzione all’IA (free): basi solide senza tecnicismi, per capire cosa automatizzare e come farlo bene.
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L’IA non è solo una forza dirompente: se ben governata, può diventare un alleato dell’inclusione e un acceleratore della partecipazione femminile. Dove istruzione, formazione e politiche sono già al lavoro, i numeri lo mostrano: più adozione di IA = più donne nei ruoli che contano.

Ora la palla passa a chi progetta organizzazioni, percorsi formativi e carriere: la tecnologia c’è, facciamo in modo che moltiplichi opportunità per tutte


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